DANNUNZIO G., IL PIACERE

RIASSUNTO ROMANZO

Al centro delle vicende de IL PIACERE c’è uno dei molti alter ego fortemente autobiografici nati dalla penna dannunziana: Andrea Sperelli, esteta raffinato e coltissimo, discendente d’una famiglia nobile, estraneo alla barbarie dei tempi moderni e tutto dedito (come l’autore per tutta la sua esistenza) “a fare la propria vita come si fa un’opera d’arte”.

Ovviamente, ad un individuo del genere si confà un amore d’eccezione: il romanzo, diviso in quattro parti, si apre proprio con un incontro fatale tra Andrea ed Elena Muti, che gli fa visita nella residenza romana di Palazzo Zuccari. Si apre qui un lungo flashsback, che torna alla rottura della relazione tra i due, avvenuta due anni prima. Andrea ha reagito alla fine dell’amore con Elena gettandosi nella vita mondana della Capitale, inanellando avventure superficiali e vane, finché viene gravemente ferito durante un duello. La convalescenza porta il nostro protagonista a Ferrara, presso una cugina che gli assicura pace e ristoro, e soprattutto la possibilità di dedicarsi in serenità alla creazione artistica (e a D’ANNUNZIO l’occasione di far sfoggio di tutta la sua cultura e di tutti i suoi modelli di riferimento su scala europea).

Si apre qui un lungo flashsback, che torna alla rottura della relazione tra i due, avvenuta due anni prima. Andrea ha reagito alla fine dell’amore con Elena gettandosi nella vita mondana della Capitale, inanellando avventure superficiali e vane, finché viene gravemente ferito durante un duello. La convalescenza porta il nostro protagonista a Ferrara, presso una cugina che gli assicura pace e ristoro, e soprattutto la possibilità di dedicarsi in serenità alla creazione artistica (e a D’ANNUNZIO l’occasione di far sfoggio di tutta la sua cultura e di tutti i suoi modelli di riferimento su scala europea).

IL ROMANZO SI APRE CON un lungo flashsback, che torna alla rottura della relazione tra i due, avvenuta due anni prima. Andrea ha reagito alla fine dell’amore con Elena gettandosi nella vita mondana della Capitale, inanellando avventure superficiali e vane, finché viene gravemente ferito durante un duello. La convalescenza porta il nostro protagonista a Ferrara, presso una cugina che gli assicura pace e ristoro, e soprattutto la possibilità di dedicarsi in serenità alla creazione artistica (e a D’ANNUNZIO l’occasione di far sfoggio di tutta la sua cultura e di tutti i suoi modelli di riferimento su scala europea).

In questo Eden protetto prende corpo l’amore tutto platonico (e sublimato nelle forme dell’arte) per Maria, aristocratica senese ed eccelsa pianista, su cui Andrea proietta – quasi si trattasse di un “doppio” – la passione tormentata per Elena; la stessa Maria proverà a tradurre i propri sentimenti per Andrea componendo un diario (un “giornale intimo” a matrice letteraria) di confessione.

All’inizio del libro terzo, si chiude la lunga PARENTESI narrativa: Andrea, dopo la parentesi dei vizi, riconsidera il rapporto con Elena, che nel mentre ha sposato un nobile inglese, Lord Heathfield, dedito al sadismo sessuale; il protagonista, che in Elena aveva concentrato tutte le sue ambizioni ad un amore totale ed assoluto, prende coscienza delle illusione e delle falsità insite nel legame con la donna. La situazione però si complica con il ritorno in scena di Maria, che ovviamente suscita le gelosie della prima amante, che ora prova a sedurre nuovamente il protagonista.

Andrea, in cerca della “terza Amante ideale” sovrappone all’amore puro e spirituale per Maria la pulsione erotica per Elena; in occasione dell’ultimo appuntamento con Maria, costretta a lasciare Roma perché il marito è stato scoperto a barare al tavolo d’azzardo, egli pronuncia il nome della rivale (la “femme fatale” Elena). La disperazione di Andrea non può fermare la fuga definitiva di Maria: il libro si chiude così con l’asta dei beni della donna, di cui al protagonista non resta che un armadio, simbolo che riassume la sua sconfitta.