L’ETA’ GIOLITTIANA (1903-1914)

Giovanni Giolitti è stato uno dei più grandi protagonisti della nostra storia unitaria, al punto che il primo decennio del Novecento italiano viene definito età giolittiana.

La più importante e duratura fase del suo governo fu quella dal 1903 al 1914, che coincise con uno dei periodi di maggiore sviluppo economico e sociale del nostro paese.

La sua azione politica, mirante a modernizzare l’Italia e ad allargare le basi del consenso allo Stato liberale, è tuttora oggetto di interpretazioni contrastanti.

Per alcuni fu un astuto conservatore travestito da progressista; per altri un opportunista.

Per altri fu l’interprete politico del reale modo di essere della società italiana stretta nella morsa del conflitto tra una destra e una sinistra eversive, che solo una politica centrista poteva neutralizzare.

Furiosamente criticato dai conservatori, Giolitti ‒ mentre continuava a tenere con pugno di ferro il Mezzogiorno ‒ lasciò che nel Nord scioperi e manifestazioni operaie avessero libero corso, senza ordinare l’intervento della forza pubblica neppure quando si producevano lesioni del diritto di proprietà. 

Giolitti intervenne per attenuare gli squilibri sociali e territoriali varando le prime misure di previdenza sociale e le prime leggi speciali per il Mezzogiorno, anche se con risultati insufficienti a risolvere la questione meridionale.

Tratto da http://www.treccani.it

Minatori italiani

1900, assassinio del Re Umberto I da parte dell’anarchico Gaetano Bresci.
L’esercito, comandato dal generale Bava Beccaris, spara sulla folla a Milano per disperdere le manifestazioni.
Giovanni Giolitti guida il governo italiano da 1903 fino alle soglie della Prima guerra mondiale, 1914.
Immagine satirica che polemizza contro l’opportunismo politico di Giovanni Giolitti.

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