MONACHESIMO MEDIEVALE

Il monaco è colui che, seguendo l’esempio di Cristo, tenta di raggiungere la perfezione cristiana nella solitudine e nella preghiera. È l’uomo di Dio che, come i profeti, gli Apostoli e i martiri si affida interamente a Dio per vivere una vita santa.
Sia che viva da eremita nella solitudine più completa, sia che viva insieme ad altri monaci, la sua vita diventa un segno della presenza di Dio nella storia e un richiamo continuo, rivolto alla Chiesa e a tutti gli uomini, a realizzare quanto Gesù ha insegnato.
Il monastero è l’esempio di una società perfettamente organizzata, nella quale tutto concorre alla santificazione di quanti vi abitano.
Le rigide regole di vita che in esso si devono osservare, guidano il monaco nella ricerca di Dio e nel tentativo di imitare, nella preghiera, nel lavoro e nell’esercizio della carità, Cristo, luce della Vita.
I monasteri sorgono a migliaia. Il solo Bernardo di Chiaravalle, monaco benedettino cistercense, che vive tra il 1090 e il 1153, ad esempio, fonda personalmente 68 monasteri; monasteri che diventano 350 alla sua morte, 530 nel 1200 e 1600 nel 1500.
Il peso religioso e sociale del monachesimo nel Medioevo è enorme: la spiritualità monastica e l’impegno missionario dei monaci danno un contributo determinante alla edificazione della civiltà medioevale.

l monachesimo è determinante nella vita culturale del Medioevo. Migliaia di monaci realizzano splendide opere d’arte e conservano nel tempo, grazie ad un paziente lavoro di copiatura, le più importanti opere letterarie dell’antichità.
Ricchissima è la produzione di testi spirituali che danno vita ad una vera e propria letteratura monastica.
Il monastero diventa, così, una sorta di faro luminoso la cui luce illumina e vivifica tutta la società medioevale.