IL MEDIOEVO E L’INTERPRETAZIONE DEI CLASSICI

IL MITO CLASSICO DI TESEO E DEL MINOTAURO

IL LABIRINTO DEL MINOTAURO IN UN MOSAICO ROMANO

IL LABIRINTO IN UNA CHIESA MEDIEVALE

INTERPRETAZIONE MEDIEVALE DELLA MITOLOGIA CLASSICA

Esemplificazione

Diventa centrale il simbolismo della croce come principio ordinatore. Evocando la Via Crucis che ogni peccatore è chiamato di seguire, il percorso verso il centro s’interseca ripetutamente lungo le assi della croce. Allo scopo di renderlo fisicamente percorribile il labirinto è spesso incastrato nel pavimento delle cattedrali gotiche, raggiungendo anche diametri di 13 metri, come nel caso del più famoso esemplare di questo genere, quello di Chartres.
Per il devoto percorrerlo significa compiere un viaggio intensamente spirituale. Di fatti, fu anche chiamato “La via di Gerusalemme”, perché poteva sostituire il lungo e pericoloso pellegrinaggio in Terra Santa. Il percorso dentro il labirinto diventa un cammino di penitenza ed espiazione verso la fede salvifica; i suoi intricati meandri simboleggiano il pericolo della perdizione, delle tentazioni del male. Le analogie con il mito cretese non mancano: così il centro era abitato da Satana (Minotauro), che può essere sconfitto solo con la forza della fede in Cristo (Teseo) portatore del raggio luminoso della divina speranza (filo di Arianna). Allo stesso tempo il centro era anche l’approdo alla Città di Dio, dove attuare la conversione e incamminarsi sulla strada della salvezza.
La parola chiave era ubbidienza; perciò il labirinto medievale non può che essere monocursale. La “retta via” per raggiungere la beatitudine è una sola ed è percorribile in un solo modo: obbedendo la Chiesa e rimanendo scrupolosamente dentro i confini del recinto dell’ortodossia.

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