Foscolo Ugo, A Zacinto, 1803

PARAFRASI

Io non toccherò mai più le tue rive sacre
dove trascorsi la mia infanzia,
o mia Zacinto, che ti specchi nelle onde
del mare greco da cui nacque la vergine

Venere, e [ella] rese feconde quelle isole
con il suo primo sorriso, così che non si esentò
dal descrivere le tue limpide nuvole e i tuoi alberi
la poesia illustre di Omero, che

cantò le navigazioni volute dal Fato e il vario esilio
per cui Ulisse, reso bello dalla fama e dalla sventura,
baciò la petrosa isola di Itaca, sua terra nativa.

O mia terra materna, tu non avrai altro che il canto del tuo figlio;
a me il fato impose una tomba
sulla quale nessuno giungerà a versare le sue lacrime.