La cruda rappresentazione della realtà
Movimento letterario italiano della seconda metà dell’Ottocento, il verismo porta in primo piano la tensione degli scrittori per una maggiore aderenza alla realtà sociale del tempo. I veristi rappresentano situazioni regionali fatte di povertà, miseria, sfruttamento. I loro personaggi sono contadini, pescatori, minatori: insomma, umili lavoratori di cui si cerca di rendere l’universo psicologico e linguistico
Una miseria senza scampo
Sviluppatasi in Italia negli ultimi trent’anni dell’Ottocento, la corrente letteraria del verismo è il corrispettivo italiano del NATURALISMO francese. Mentre, però, in Francia il naturalismo si sviluppa in una società industrializzata e in un contesto cittadino, il verismo ha a che fare con una realtà, quella italiana, ancora arretrata dal punto di vista economico, povera e con uno sfondo soprattutto rurale.
In altre parole, mentre i naturalisti francesi rappresentano soprattutto la vita del proletariato urbano, i veristi concentrano la loro attenzione sulle condizioni di miseria e di sfruttamento nelle quali viveva un sottoproletariato fatto di contadini e di pescatori. Inoltre, mentre gli scrittori naturalisti manifestano una certa fiducia nel progresso, l’ideologia dei veristi è molto più pessimistica. Un miglioramento delle condizioni di vita dei ceti subalterni sembra impossibile: quando, nelle opere veriste, un personaggio di umile condizione cerca di salire nella scala sociale, il suo sforzo finisce quasi sempre in tragedia.
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